Filippo Dal Fiore

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Dal paradigma industriale al paradigma naturale

November 25, 2019 No Comments»
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Più proseguo nel mio cammino di comprensione della società in cui viviamo, più mi rendo conto di come il modello di pensiero dominante sia un’eredità dell’era industriale. Nonostante i segnali di apertura verso un nuovo paradigma, quest’ultimo non ha ancora preso forma compiuta, testimone il fatto che non riusciamo ancora a definirlo con un termine proprio ma solo in contrapposizione con il conosciuto (parliamo quindi di epoca “post-industriale” e più in generale di “post-modernità”).

Se dovessi mettere in fila le principali caratteristiche del mindset industriale, elencherei le seguenti:
(1) prevedibilità (2) controllo (3) centralizzazione decisionale, impostazione top-down (4) standardizzazione (5) massimizzazione (6) perfezione come assenza di errore rispetto allo standard.
Tali caratteristiche sono anche valori relativi, e in quanto tali hanno generato nel tempo degli ambiti di resistenza e di contro-valore da cui sembra prendere forma un paradigma alternativo:
(1) tolleranza dell’incertezza (2) fiducia (3) decentralizzazione decisionale, emersione bottom-up (4) personalizzazione (5) ottimizzazione
(6) accettazione dell’errore come opportunità evolutiva.

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La meraviglia della diversità

October 22, 2019 No Comments»
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Reduce dagli ultimi incontri di lavoro, mi trovo a riflettere su quanto l’identificarci con uno specifico ruolo e status professionale possa essere problematico nella vita.
Lo è in modo particolare in alcuni ambienti, come quello accademico che conosco bene, in cui si percepiscono forti gerarchie tra i livelli di inquadramento, e di conseguenza anche un clima competitivo per assumere quelli considerati più prestigiosi. C’è chi fa carriera e chi no. C’è chi “ce l’ha fatta” a rimanere parte di quell’ambiente, c’è chi “non ce l’ha fatta”, spesso senza riconoscere quanto diversamente valide siano le alternative.

La corsa ad assicurarsi un ruolo sociale di prestigio è nutrita dai complessi di superiorità e inferiorità ereditati dalla famiglia e della società di appartenenza. Acquisire status equivale a guadagnarsi il rispetto e la stima degli altri, vedendo soddisfatto un proprio bisogno primario di accettazione e di amore. Più in famiglia, a scuola e in società si percepisce un clima anche sottilmente giudicante per cui “ti voglio bene, se raggiungi un certo livello”, più forte sarà questa urgenza; più si respira un clima di accettazione incondizionata per cui “ti voglio bene per quello che sei”, se non “ti voglio bene perché tu sei”, più la stessa necessità sarà affievolita.

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Nuove istituzioni per un nuovo mondo

October 10, 2019 No Comments»
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Di questi tempi sembra che non si parli altro che di crisi climatica. Per fortuna, dopo tanto tempo, questo tema è arrivato in cima all’agenda mediatica globale, e in molti paesi sta diventando una priorità. Il tema è talmente ampio e omnipervasivo da offrire al mondo l’occasione perfetta per rivisitare gli assunti che governano lo sviluppo e la convivenza umana su questa terra.

Il primo e indispensabile passo da compiere è a mio avviso quello di comprendere il perchè la questione ambientale, dopo decenni di consapevolezze e denunce, non sia stata ancora pienamente affrontata e continui a non esserlo. Che cosa non ha funzionato e perché? Che cosa è mancato?

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Accogliere tutto della vita

September 26, 2019 No Comments»
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Sono giorni di relativa calma per me.
L’organizzazione del lavoro mi ha abituato a periodi più frenetici e periodi più statici, e negli ultimi anni Settembre si è sempre collocato su questo ultimo versante.
In queste giornate relativamente sedentarie e solitarie, colgo l’occasione per riflettere sulla mia capacità di accogliere l’ordinario della vita, al di là di quello “straordinario” che per mia indole sempre rincorro e che in diverse forme sempre si manifesta.

Non è un forse un caso se mi accompagnano proprio in questo periodo alcune letture che trasmettono in maniera la capacità dei rispettivi autori di apprezzare e godere delle piccole cose. Provo grande ammirazione nel resoconto che Alberto Cancian fa del suo viaggio in Amazzonia nel suo The Journey of Joy: soffermandosi sui dettagli apparentemente minori delle sue giornate riesce a parlare il linguaggio autentico dell’amore. Riesce infatti a dare valore a tutto, senza distinzioni di giudizio tra quello che si potrebbe considerare “degno e importante” e quello che non lo è. Alberto riesce a portare rispetto per tutto e per tutti: lasciando fluire in me le sue parole, anche io mi avvicino al suo sentire.

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Ripartire dal denaro per cambiare il mondo

September 16, 2019 No Comments»
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Se avessi l’opportunità di riscrivere la scienza economica lo farei a partire da un concetto tanto fondamentale quanto semplice: il denaro. Che il contenitore sia il mercato o lo stato, che l’accordo sia una proprietà privata o una proprietà pubblica, a livello fondamentale sono i soldi che muovono il mondo, e chi muove i soldi ha quindi il potere di farlo.

Centrare lo studio dell’economia sui soldi significa porterebbe a formulare domande che non necessariamente vengono poste, perlomeno in modo ampio e diretto, all’interno dell’impianto scientifico attuale. Due di queste mi stanno particolarmente a cuore e recitano così:
- per che cosa vengono pagate le persone e perché?
- come interferisce la disponibilità di soldi sul potenziale auto-realizzativo delle persone?

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