Un oceano di mezzo, in teoria
Se mi venisse chiesto quale sia la differenza piu’ fondamentale tra la scuola di pensiero americana e quella europea, credo rispondei l’approccio alla teoria, strumento ultimo per assegnare significato a quello che ci circonda.
Ho l’impressione che oltreoceano le teorie si possano facilmente reinventare. Non che gli americani non vi diano importanza, ma piuttosto sono maggiormente in grado di assegnare loro “il tempo che trovano” e quando serve, di sbarazzarsene.
Questo fa quadrato con la visione del mondo che li caratterizza: in uno stato di transizione permanente il concetto di “radice” e “radicamento” – del pensiero in questo caso – non è esigenza così forte come in Europa. In una societa’ aperta al cambiamento e dominata dal pragmatismo (dove contano anzitutto i fatti e, ancora di piu’, i risultati), le teorie non sono nient’altro che un’altra “story”. Sono una storia che così come ha preso forma in un contesto determinato, puo’ venire smontata e superata in altri contesti: dai nuovi fatti, perché questi hanno sempre la precedenza.