Capitale globale contro esigenze locali
Non glielo avessi mai detto. Ma forse lo avrebbe fatto lo stesso. L’autista sfreccia spericolato sui viali di Milano, cercando di non farmi perdere il treno. In un battibaleno siamo gia’ in stazione Centrale: scendo e mi affretto verso i binari al piano superiore. Fine della corsa: un’enorme scala mobile fiancheggiata di negozi si para sulla mia strada, non sale dritta ma in uno strano e lunghissimo zig-zag. Cerco le indicazioni dell’ascensore, ma non le trovo. Non mi resta che prendere l’improbabile nastro, che mi costringe ad ammirare le diecine di nuovi negozi di questa stazione ferroviaria recentemente tramutata in centro commerciale.
Arrivato al binario, scopro che il treno e’ in ritardo. Poco male, mi dico, ne approfitto per comprare uno di quei eccezionali panini che vende il supermercato sui primi binari. Mi giro e scopro a malincuore che la rivendita di panini e’ sparita: al suo posto, Geox calzature. Rimango colpito da come le ragioni commerciali siano riuscite a prevalere su ogni logica di buon senso: in una stazione ferroviaria dovrebbero avere precedenza le vie di accesso e deflusso dai treni, non da ultimo per ragioni di sicurezza. Le rivendite di bibite e panini rispondono a un bisogno immediato dei viaggiatori; assumo che chi prende un treno sia gia’ dotato di scarpe…