Soli verso il futuro
Rientro in ufficio dalle vacanze natalizie.
E’ un momento speciale quello del Natale, un’occasione per rincontrare tanti amici in città, per trascorrere serate e intere giornate in compagnia delle persone che mi stanno piu’ a cuore. Ed eccomi qui invece, da solo, nel mio ufficio, io e il mio computer, io e i miei libri, con un senso di vuoto che appare ora evidente. Piano piano mi riabituo alla routine quotidiana, rendendomi conto di come molti di noi, riuniti nei giorni di festa con la calma di condividere quello che siamo con gli altri, torniamo a richiuderci nei nostri mondi fatti anche di molta fretta e solitudine. Soli in auto, soli davanti al computer, soli al cellulare, a volte soli con i nostri pensieri anche quando circondati da altre persone.
Molti figure di riferimento in ambito spirituale hanno pochi dubbi nell’individuare nella solitudine una delle sfide più grandi delle società moderne. Madre Teresa vedeva la solitudine all’origine dei mali osservati negli Stati Uniti; il maestro buddista Thich Nhat Hanh riflette sui motivi per cui non basti parlarsi per sentirsi compresi, ne’ stare in compagnia di altri per non sentirsi soli; Papa Francesco parla di superficialità e di periferie esistenziali. Molta attività su Facebook e sui social network è forse essa stessa un tentativo di colmare una latente solitudine.