Alla riscoperta dell’entusiasmo
Ci fanno montare in barca e ci fanno fare il piu’ bel giro di Venezia che avremmo mai potuto immaginare. Ci lasciamo cullare dalle onde, ci immergiamo nella festa del Carnevale, ci rilassiamo ed emozioniamo in questa parata di barche lungo il Canal Grande. Mi aspetterei anche molto entusiasmo, ma questo sentimento sembra avere conquistato solamente i barcaioli, che grazie alle loro vogate ci stanno regalando questa meravigliosa giornata.
Tornato a casa, ripenso ad altre esperienze altrettanto belle e coinvolgenti in cui, invece, mi sono entusiasmato. Mi torna in mente un giro in bicicletta sui Colli Euganei, una piccola avventura a cui la scorsa primavera ho trascinato alcune famigliole di amici, genitori in sella e bimbi nei seggiolini posteriori. Ero stato io a ideare e condurre quella gita, per poi costruirla e adattarla tutti insieme in itinere: ci era costata un pochino di fatica, ma alla fine eravamo orgogliosi di poter dire: “ce l’abbiamo fatta!”.
Il lettore si chiedera’ dove voglio arrivare. Da curioso che sono, mi interessa capirne di piu’ di quello che ci a volte ci rende tanto gioiosi e felici, voglio svelare il segreto delle esperienze che ci ricaricano di energia e sedimentano positivita’ nella nostra memoria. Cerco di scomporre l’esperienza del giro in bicicletta nelle sue componenti principali, ed ecco che compare questa lista:
- elemento di novita’
- elemento di comunita’, di esperienza condivisa con altre persone
- elemento di scoperta della bellezza (quella del territorio)
- elemento del mettersi alla prova e conquistare un obiettivo
- elemento di creativita’ (nell’inventarsi le cose da fare durante la gita)
- elemento di leadership (ero io il condottiero)
Leggo la lista e mi tornano in mente i viaggi che da bambino facevo con la mia famiglia: si chiudeva la porta di casa e si partiva, lasciandoci alle spalle il mondo conosciuto e salpando verso luoghi bellissimi e altrettanto misteriosi, tutti da scoprire ed esplorare, come in un’avventura. Sono i ricordi d’infanzia piu’ belli, io ero il navigatore e mio padre il condottiero. Avremo dovuto risolvere un sacco di problemi, ma sapevamo che in fin dei conti tutto era alla nostra portata, avremmo potuto misurare rischi e fatiche. La regola per l’anno successivo era quella di non tornare mai nello stesso posto, e se oggi nella vita sono l’esploratore curioso e instancabile che sono, lo devo forse anche a quei viaggi.
Ora che intuisco cosa ci nasconde dietro ad esperienze tanto positive, mi prefiggo di inventarmene di nuove con la stessa ricetta. Ultimamente, le esperienze piu’ divertenti e entusiasmanti le ho trovate, udite udite, nell’universo del volontariato: tanta novita’, tanto gruppo, tanta scoperta della bellezza (nella forma dei sentimenti delle persone), e tanto mettersi alla prova, facilmente e in tranquillita’.
In barca a Venezia, invece, era forse tutto troppo pronto e passivo, per arrivare ad entusiasmarci.
Poi penso al mondo moderno che ci circonda. Rivedo l’entusiasmo che respiravo al MIT e negli Stati Uniti, in quell’universo totalizzante del lavoro che ogni giorno cercava, creava, scopriva e disfava in grande quantita’. Penso alle nostre infinite opportunita’ di intrattenimento, esperienze anzitutto mediatiche (cinema, televisione, libri, internet, conferenze): di certo emozionanti e gratificanti, ma anche passive, e a volte solitarie e noiose. E poi le cene al ristorante, le terme, e tutto quello di cui abbiamo bisogno per il nostro benessere: un paradiso dei sensi, ma anche un piatto pronto che non ci lascia molto margine di creativita’ ed azione. E poi lo sport, cosi’ bello e cosi’ importante, ma anche stressante se fatto mettendoci troppo in competizione con gli altri e con noi stessi.
Stando allo psicologo positivo Tal-Ben-Shahar, uno dei segreti della felicita’ e’ quello di evitare di imbarcarsi in cose troppo difficili, in cui ci sforziamo, ne’ di appiattirci in cose troppo facili, in cui ci annoiamo. Lasciandoci guidare dalla curiosita’, mi viene da aggiungere: una volta diseppellita dagli schemi e dalle abitudini, sono certo che non tardera’ a farsi riconoscere.
Immagine: © Corriere del Veneto