Le intuizioni delle vacanze
Faccio seguito al precedente articolo sulla saggezza che mi regalano le vacanze, pubblicando un appunto che scrivo di getto nella magia di Frangokastello, nel sud di Creta.
Cullata dal rumore del mare che arriva dal balcone, la mente rimette ordine a stimoli e pensieri, sugli argomenti che più ha a cuore.
Scrivo in questo caso di economia (in)sostenibile, in questo modo:
In un sistema capitalistico le persone si dividono in piccoli gruppi per produrre ogni genere di “infrastruttura”.
Il sistema vuole che ogni gruppo abbia l’obiettivo di vendere quanto più possibile della propria infrastruttura (così cresci = prosperi, hai successo e non muori).
Per vendere quanto più possibile della propria infrastruttura, ogni gruppo tende a:
⁃ gonfiare (psicologicamente) la richiesta della stessa, proponendo nuovi modi utilizzarla e facendo pensare che l’utilizzo massimo sia desiderabile
⁃ evitare sinergie ed efficienze con le infrastrutture costruite dagli altri gruppi, ne tanto meno ne progetta di nuove e sinergiche insieme
Il risultato?
⁃ spreco, ridondanza, inefficienza sistemica. Crescita tumorale delle infrastrutture e dei loro doppioni. Esempio: il mondo digitale che spinge auto-referenzialmente la propria crescita e quella delle server farms
Un modello alternativo?
Quella della gestione dei territori. In questo caso le infrastrutture vengono progettate dalle amministrazioni locali, di maniera dimensionata alle esigenze ed efficienze del territorio, senza alcuna spinta a fare quello che non è necessario (=”strafare”).
Sento di avere a disposizione un ulteriore tassello per aumentare la comprensione del perchè, nonostante quello che possa emergere da un’analisi incentrata sul comportamento più o meno efficiente delle singole aziende, un sistema puramente capitalistico risulta – a livello sistemico – clamorosamente inefficiente (quindi impiega risorse umane e naturali
senza che ce ne sia effettiva necessità).
Un risultato apparentemente sorprendente, considerata quanto la scienza economica sia ossessionata dai principi di efficienza e ottimalità. Non basta che ogni attore economico sia individualmente efficiente per produrre efficienza sistemica; è indispensabile che ci si coordini verso un output collettivo efficiente.