Filippo Dal Fiore

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Da quando la nostra vita è cambiata

May 14, 2021
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E’ trascorso più di anno da quanto, improvvisamente, la vita nostra come quella di tutti è cambiata. L’emergenza Covid ha condotto l’Italia e gradualmente la maggior parte degli altri paesi del mondo a introdurre misure di lockdown, tanto inedite quanto incredibili nella nostra esperienza di vita.

Sembra essere passata una vita intera da quel 9 Marzo 2020, la giornata in cui, alquanto stranito, rientravo da Bolzano a Padova, sapendo che sarei dovuto rimanere fermo presso la mia residenza per molte settimane: uno shock per chi come me ha la passione dei viaggi e delle esplorazioni!

Eppure, posso ora affermare senza alcun dubbio che questo anno mi ha cresciuto e maturato come mai sarebbe stato possibile altrimenti. La persistente restrizione di mobilità mi ha forzato a rallentare i ritmi di vita, approfondendo la relazione con le persone e con i luoghi a me più prossimi. Non è stato facile convivere con la ripetitività e, a tratti, con la noia. Non è stato facile gestire la full immersion con i miei famigliari, così come quella negli angoli già così abituali del mio quartiere e della mia città. Non è stato facile convivere con l’obbligo di indossare una mascherina, ne’ con la monotematica del Covid pervasiva in ogni discussione, ne’ con le molte rinunce a questo o quello svago.

Proprio perché privato delle usuali molteplici alternative, mi sono visto costretto a sopportare ciò da cui prima rifuggivo e riflettere lì dove non lo aveva ancora fatto. L’improvviso stop mi ha portato a guadare più a fondo, oltre la superficie, per accorgermi di quanto prima mi passava solo davanti senza che me ne accorgessi. Penso in prima istanza a molti aspetti relativi alla quotidianità dei miei figli, in primis nel delicato ambito scolastico; penso inoltre al mio sguardo sulla comunità e città in cui vivo, uno sguardo che è diventato più focalizzato su dettagli minori e meravigliosi, oltre che apprezzativo di quanto di positivo c’è nel rimanere “bloccati” in un luogo così.

E poi, come per magia, sono arrivate le scoperte. Tante scoperte. Un vero e proprio dono della vita, quasi a voler compensare le privazioni subite, andandosi a innestare su alcuni desideri autentici da me coltivati negli anni, in molti casi senza che me ne rendessi ancora conto.

E’ stato anzitutto clamoroso osservare quanto tutto il tempo libero mio e della famiglia si stesse riorientando verso il mondo naturale, con grande valorizzazione delle quattro meravigliose stagionalità presenti alle nostre medie latitudini. Mai come in questo ultimo anno ho vissuto intensamente i differenti aspetti naturalisti di primavera, autunno e inverno, intraprendendo attività a stretto contatto con la natura tanto quanto sono solito fare in estate. Mai come in questo ultimo anno ho utilizzato la bicicletta come mezzo di spostamento, di sport e di escursione nel paesaggio, finendo per innamorarmi del ciclismo e della modalità di viaggio/relazione ad esso connessa, tanto rispettosa quanto immersiva negli ambienti.

Mai come quest’anno ho frequentato la montagna, ben una domenica su due nel periodo autunnale e invernale, agevolato dal prolungato e soleggiato foliage di Novembre, così come da una stagione nevosa davvero straordinaria per l’arco Alpino. Ho finito quindi per innamorarmi anche del mondo montano, che grazie alla pur triste assenza dello sci di discesa ha potuto offrirsi in tutta la sua pace, maestosità, delicatezza e armonia. Shirin-Yoku, forest bathing, bagno nella foresta: può esserci qualcosa di meglio per ricentrare il corpo e l’anima?
E che dire della neve? Quest’anno chiudo la stagione dello sci (da fondo) il 24 Aprile, e il giorno successivo mi aspetta uno dei primi tuffi in mare!

La cartina di tornasole del mio sguardo più attento nei confronti della natura, così dell’architettura e della vita urbana, è stata la fotografia.
Mai ho scattato fotografie tanto numerose e belle come quest’anno, a testimonianza di un trasporto poetico possibile forse solo perché il mio ritmo è cambiato. Posso quindi affermare di avere scoperto o riscoperto anche la fotografia, compilando per la prima volta degli album tematici di tanti scatti intensi e pieni di gratitudine per le esperienze vissute.

Sul fronte domestico, complice la prolungata permanenza sono finalmente riuscito a dedicarmi ad attività che sentivo da lungo tempo necessarie. Dalla cucina al giardinaggio, dai riordini straordinari all’assistenza con i compiti di mio figlio grande, sono state tante le soddisfazioni, e per ora mi accontento di vedere alternati i periodi in cui mi dedico a questo o a quel contributo. Nel frattempo, complice la permanenza a casa di mia moglie in modalità remote working, nostra figlia piccola ci ha sorpreso per un marcato salto di qualità nella sua traiettoria di crescita, dimostrando improvvisamente più sicurezza e più competenze. Lo stop pressoché totale ai miei viaggi di lavoro mi ha consentito di regalarci un momento alla settimana di intimità, mentre la accompagno alla sua attività pomeridiana extra-scolastica.
Ora che è entrata nella mia routine (con tanto di pausa dolcetto nel nostro locale preferito…) ne farei difficilmente a meno!

Mi reputo quindi molto fortunato di quanto questo periodo così impegnativo ci abbia consentito di crescere. La vita ci ha faticosamente richiesto di “rimettere i piedi per terra”, ma nel farlo ci offerto riscontri e ricompense oltre ogni aspettativa (ora abbiamo pure un gatto in casa, che cos’altro è in serbo per noi??).
Non posso che sentirmi grato per tanta abbondanza, in primo luogo notandola e celebrandola, come sto facendo in questo articolo: in un periodo di grande sofferenza per molti e grandi richieste anche per noi, la vita mi ha mostrato una volta di più quanto grande sia la forza della consapevolezza e della gratitudine.

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