La trappola dell’auto-centratura
Penso a tutte le cose che ho fatto nell’ultimo anno e penso alla societa’ contemporanea in
cui, giustamente, siamo tutti intenti a perseguire qualche forma di interesse. Le opportunita’ per fare qualcosa di bello sembrano essere sempre piu’ numerose, e non e’ per nulla facile resistervi. Cerchiamo di trovarci un lavoro che ci interessi, di conoscere luoghi e persone interessanti, di perseguire obiettivi che abbiano un senso per noi. Piu’ siamo curiosi e preparati culturalmente, piu’ si ci spalancano difronte nuovi mondi da esplorare. Piu’ la nostra indole e’ indipendente e svincolata dalle tradizioni, piu’ spaziamo verso cose nuove e diverse.
E’ liberatorio vivere in una societa’ acculturata dove ciascuno fa quello che vuole, ma c’e’ un rischio: il distanziarsi gli uni dagli dagli altri, allorquando i nostri peculiari interessi non coincidano piu’ con quelli di chi ci circonda. Seguendo il richiamo dell’“io” (mi piace, lo voglio) ci distacchiamo dal “noi”, dal sentire comune, e da richieste altrui che potrebbero apparire seccanti. Senza colpa, finiamo per diventare auto-centrati e per costruirci un mondo su misura, cosa bella perche’ ci consente di mettere piu’ facilmente a frutto la nostra creativita’, ma anche limitante perche’ non ci fa sentire parte di un progetto piu’ grande che va oltre noi stessi.