Per amore della nostra famiglia
Ci resto interdetto e ferito: “…ma..come e’ possibile?” borbotto. La notizia che i genitori di qualche compagno di asilo di mio figlio si sono separati mi arriva anche dai bimbi stessi. Alcuni si sono uniti a genitori di altre famiglie separate, andando a formare un nuovo nucleo con figli misti.
Forse non posso nemmeno immaginare i travagli che questi bimbi e genitori si trovano ad affrontare: prima, durante la crisi matrimoniale; adesso, nella fase di separazione; nel futuro, nella gestione di lacerazioni emotive difficili da marginare.
Tutto questo e’ molto importante, mi dico, ma perche’ se ne parla cosi’ poco? Sembra quasi “fuori moda” occuparsene, i media non fanno che parlare di lavoro e di economia. La crisi, il boom, il business. Ma dietro e alle spalle di questa ossessione economica, cosa sta succedendo alle persone e alla societa’? Chi ci aiuta? Con chi dobbiamo parlare? Cosa dobbiamo fare? Come cresceranno i nostri figli?
Non credo ce ne rendiamo pienamente conto, ma siamo di fronte a un’epidemia: da ormai 20 anni in Italia e in Occidente separazioni e divorzi sembrano aumentare inesorabilmente, anno dopo anno. Le relazioni interpersonali si spostano sempre di piu’ su Internet: negli USA Facebook e’ ormai nemico fidato della stabilita’ di coppia, tanto da diventare la prima materia di studio degli avvocati matrimonialisti: da una parte le persone flirtano, dall’altra vengono colte in fallo.
Nella societa’ contemporanea del “tutto intorno a me”, sembra che tutto remi a sfavore dell’istituzione famigliare. La famiglia e’ fatta anzitutto di comprensione, di solidarieta’, di fedelta’, del prendersi carico gli uni degli altri. Gli ultimi decenni hanno invece visto una lenta e progressiva erosione di questi valori, dipinti come démodé nei mezzi di comunicazione. Parallelamente, l’idea tanto pubblicizzata della necessita’ di migliorarsi e di volere il meglio per se’ ha investito la maggior parte degli aspetti della nostra vita. Invece che coltivare pazientemente e positivamente la relazione con il proprio partner (il bello dello stare insieme), ci focalizziamo sugli aspetti che non vanno e facciamo di tutto per cambiarli. Se questo non viene fatto con cautela, rischiamo di non apprezzare gli altri e di non sentirci apprezzati per quello che siamo.
Credo sia molto comprensibile che molte persone cerchino rifugio su Facebook e nel mondo virtuale, per una oggettiva difficolta’ ad affrontare la realta’. La destrutturazione e l’imprevedibilita’ del lavoro, cosi’ come le pretese e le preoccupazioni spesse fittizie del mondo esterno hanno inevitabili ripercussioni dentro le mura di casa, fosse solo per il fatto che c’e’ meno tempo e meno energia per affrontare i problemi famigliari. Mancano poi nuovi strumenti: la maggior parte di noi arriva all’appuntamento della nuova famiglia con un unico modello di riferimento, quello della famiglia da cui proveniamo e dei cui precetti ormai datati siamo inevitabilmente succubi. Il mondo cambia alla velocita’ della luce, ma la cultura sembra dura a cambiare.
La sfida del futuro per le famiglie sembra anzitutto quella di capire che cosa stia loro succedendo, piuttosto che sperimentare frettolosamente questa o quella azione correttiva. Capire anzitutto che non e’ necessariamente colpa nostra se ci lasciamo distrarre dal sempre piu’ grande numero di cose belle e interessanti da fare fuori casa: abbiamo costruito un mondo lunapark, ce n’e’ veramente per tutti i gusti! Potremmo pero’ anche capire che investire nelle relazioni e’ forse il migliore investimento che si possa fare: in quanto sede naturale dell’intimita’ e dell’amore tra esseri umani, non c’e’ forse sorgente di gioia e realizzazione piu’ autentiche.
Occorre anche mettersi al lavoro, questa volta non per generare reddito ma piuttosto benessere autentico. Lavorando anzitutto sulla gestione delle proprie aspettative ed emozioni, cosi’ belle e cosi’ pericolose. Dopo oltre cinque anni di vita famigliare, se una cosa ho capito e’ quanto la famiglia sia un luogo da mantenere anzitutto calmo. La vicinanza fisica fa cortocircuitare molto velocemente le emozioni: senza volerlo, ci contagiamo continuamente a vicenda, assorbendo “sotto pelle” gli stati d’animo degli altri.
Inoltre, in un mondo in cui le persone hanno sempre piu’ aspettative, il rischio piu’ grande per una famiglia e’ quello di diventare moralista, noiosa e soffocante, di appiattirsi e incancrenirsi nella routine delle cose che “dobbiamo” fare tutti insieme, o che “devi” fare tu in quanto padre, moglie o figlio. Lo spirito collettivo non dovrebbe andare a discapito dell’autonomia, della creativita’ e della responsabilita’ individuali, ma piuttosto esserne il risultato: la famiglia e’ il luogo dove posso essere finalmente me stesso.
Mi sdraio sul divano con mia moglie, e chiacchiero del libro appena letto di John Gottman, ricercatore che ha osservato scientificamente il comportamento di migliaia di coppie e raccontato le sue osservazioni. Dopo tante riflessioni, conversazioni e letture, mi viene voglia di mettere nero su bianco qualche pensiero sulle quello che vorrei che la mia famiglia non si dimenticasse mai:
- la famiglia ci aiuta a mettere nella giusta dimensione il lavoro, ovvero ci aiuta a mettere i piedi per terra
- la famiglia e’ la patria delle nostre emozioni. Ricordiamoci che queste non sono ne’ giuste ne’ sbagliate, quello che conta e’ esprimerle e capirle
- in famiglia facciamo del nostro meglio per dare affetto, ma anche per lasciare agli altri la giusta privacy
- a volte le esigenze delle persone in famiglia non coincidono, un’occasione per pensare insieme a nuove soluzioni creative. Se giudichiamo, ci precludiamo di capire
- non dobbiamo fare necessariamente tutto: piu’ cose facciamo, meno ce le gustiamo. E poi, le cose sono ancora piu’ belle quando conquistate…
- in famiglia celebriamo i nostri successi, ma ci ricordiamo che non possiamo ne’ dobbiamo essere sempre bravi
- ognuno in famiglia contribuisce per per quello che piu’ gli o le viene meglio. Di questo siamo grati l’uno con l’altro
- ai vicini, alla comunita’ e alla casa che ci ospita noi cerchiamo di portare anzitutto rispetto.
Ora non mi resta che stampare l’articolo e portarmelo a casa.
Immagine: © alcolweb.it