L’altra faccia della medaglia
Dritto in mezzo ai boschi corre il nostro treno in una bellissima giornata di sole. Si inclina leggermente e dalla macchia verde spunta timido il grattacielo della BMW. Siamo gia’ entrati a Monaco di Baviera, ma quasi senza accorgercene: i boschi di conifere e latifoglie si estendono senza discontinuita’ dalle Alpi alla citta’. Una citta’ nascosta nel verde.
Scesi dal treno, Monaco si fa immediatamente riconoscere all’olfatto: l’inconfondibile profumo di wurstel profuso dal chiosco piu’ vicino; il singolare odore di gomma di cui sono pervase le stazioni dell’immensa rete metropolitana.
Tutto il resto non sembra essere fatto per violare la sensibilita’ degli abitanti, a cominciare dall’utilizzo ultra-parsimonioso se non inesistente dei clacson delle auto. La natura e’ dappertutto: tra un isolato e l’altro, sistematicamente, occupando tanta superficie quanto gli edifici stessi; dentro i locali, i famosi bier garten in cui si cena e si beve in mezzo agli alberi; all’Englischer Garden, il piu’ grande parco pubblico d’Europa; dentro le stanze degli alberghi e delle case, dove la fanno volentieri da padrone il legno semplice (dei letti, degli armadi, dei parquet) e il silenzio (anche grazie allo spessore delle pareti).