Accidenti al traffico
8.45 di mattina, zona industriale di Padova: fine della corsa.
Una lunga coda di macchine si dispiega davanti a me. Anche in immissione da destra. Anche a sinistra. Vale forse la pena spegnere il motore della mia Y, che intanto continua ad emettere emissioni nocive: CO2 , PM10, NO2, CO…
Come in un film, immagino di poter “congelare” questo istante e mi chiedo che cosa induca ciascuna di queste persone chiuse come me dentro la propria scatola di automobile a trovarsi proprio qui, adesso, alle 8:46 e 21 secondi, in Via Uruguay. Provo a pensare a una serie di ragioni concomitanti:
- le agende personali: c’e’ chi sta andando in ufficio, chi porta il bimbo a scuola o va a fare la spesa, chi si appresta a uscire dalla citta’ per uno spostamento di lavoro;
- gli orari “sociali” della citta’: aperture e chiusure degli esercizi commerciali, delle scuole, degli uffici, delle strutture ricreative e sportive;
- i luoghi di abitazione, lavoro e attivita’ terze di coloro che si spostano, posizioni che determinano i loro tragitti;
- la conformazione della citta’, degli isolati, delle strade: tutti noi stiamo spostandoci da un’origine a una destinazione, utilizzando le strade a nostra disposizione. A loro volta queste strade risentono della conformazione della citta’: posizione, forma e contiguita’ di isolati, aziende, parchi, edifici;
- la disponibilita’ e la posizione dei parcheggi;
- la disponibilita’ e attrattivita’ di mezzi di trasporto alternativi: autobus, biciclette, treni, taxi, piedi;
- la possibilita’ di sostituire il viaggio con la comunicazione a distanza: via telefono e via Internet.