Go beyond borders: l’ascesa della nuova classe globale
Canale 516 di Sky: CNN international.
Arriva il momento del promo della rete e le facce degli anchor internazionali si alternano ad enunciare il motto CNN: “Go beyond borders!”, ovvero “spingiti oltre i confini”. A giudicare dai loro nomi e cognomi, essi stessi rappresentano uno straordinario ventaglio di provenienze culturali e nazionali: sono il volto della globalizzazione. Poi sfoglio recenti numeri dell’Economist e dell’Atlantic e leggo dell’ascesa finanziaria e reputazionale della “classe globale”: una sempre piu’ folta elite multilingue e in costante mobilita’, che valorizza merito, idee, progresso ed efficienza.
Sono imprenditori, manager e ricercatori che pilotano l’economia globale verso i settori creativi del futuro: competitivi, irriverenti verso l’ordine costituito e spesso fondamentalisti sulla valorizzazione del talento e del potenziale. Imprenditori di se’ stessi e on-line 24 ore su 24 ore, sono i promotori della cultura americana delle aziende start-up: buttati, rischia, dai tutto, fallisci, vinci e fai del tuo lavoro una missione di vita. Sono intelligenti e amano giocare all’”out-smarting”, al lasciare al palo l’avversario a furia di colpi di genio. Il loro lavoro e’ fatto di altissima tecnica e altissima tecnologia, ed e’ indispensabile che queste rimangano focus assoluto della loro attenzione professionale e spesso anche personale. L’inefficienza, la pigrizia e lo spreco sono il nemico da combattere; il pragmatismo e’ l’unica filosofia possibile, in un’arena competitiva globale tanto dinamica e agguerrita in cui non c’e’ piu’ tempo per pensare. Accumulano migliaia di miglia aeree, si connettono ovunque al Wi-Fi, conducono videconferenze dagli aeroporti, guardano a Google e a Apple come massimi modelli da imitare, perche’ hanno prodotto “world-changing technologies”. Il loro obiettivo ultimo e’ cambiare il mondo, tutto il mondo, attraverso nuove tecniche e tecnologie tanto potenti da superare i limiti dell’uomo.