Normativa? No, grazie.
Rifletto su una certa diffidenza della societa’ moderna verso la pianificazione del proprio futuro attraverso divieti e normative. Prendo spunto da alcune recenti esperienze…
Lo scorso aprile sedevo al seminario su “Innovazione nei mercati globali”, organizzato dall’associazione SwissNext a Boston. In quell’occasione, nessuno dei partecipanti accennava a una possibile nuova normativa globale a tutela dell’ambiente e di migliori condizioni lavorative nei paesi piu’ poveri. Come descritto nel mio articolo su “Mercato comune, regole diverse” le multinazionali hanno la liberta’ di spostare le proprie sedi produttive in quei paesi in cui e’ lecito inquinare di piu’ e chiedere di piu’ a una manodopera poco protetta.
Lo scorso dicembre partecipavo alla tavola rotonda su “Mobilita’ eco-sostenibile in montagna”, per il ciclo SWOMM, a Genova. In quell’occasione, venivano proposte molte soluzioni: un trenino ecologico per esplorare le valli al posto della propria automobile; una piu’ intelligente pianificazione della rete viaria; l’affitto di biciclette tecnologiche che vanno da sole. Nessuno dei partecipanti, eccetto me, ha posto la questione in termini di normativa: non si potrebbe bandire l’accesso ai centri di montagna ai veicoli che inquinano oltre un certo livello?