Filippo Dal Fiore

E’ difficile restare tranquilli in questo periodo così delicato, ma è possibile.
E’ difficile restare sereni nella fase di transizione che stiamo vivendo, ma è possibile.

Sono sopraffatto dall’emozione ieri sera, rendendomi conto della rapidità con cui così tante vite umane ci stanno lasciando per imbarcarsi nel loro ultimo grande viaggio. Questa mattina è il cuore stesso che mi porta al computer e che guida le mie parole, per condividere quella positività che con tanta determinazione giorno dopo giorno, e per grazia di Dio, riesco a costruire.

L’emergenza influenzale ci sta mettendo a dura prova, ma come tutte le prove non solo la supereremo, ma ci lascerà più forti di quando l’abbiamo incontrata. A questo servono le prove: a crescerci, a riscoprirci, a darci un’opportunità di rivisitare i presupposti da cui guardiamo e viviamo la nostra vita. Non può esistere evoluzione senza tensione, perché abbiamo bisogno di vivere fino in fondo quello che non ci piace per maturare quella chiarezza di intenti necessaria per superarlo.

E’ necessario, a mio avviso, fidarsi. Fidarsi del modo in cui la situazione viene gestita a livello istituzionale e collettivo, comprendendo che, nonostante tutto, è il meglio che si può fare.

E’ necessario, altresì, riscoprire la nostra forza, le straordinarie risorse di cui noi essere umani siamo dotati per gestire quegli ospiti sgraditi che chiamiamo malattie. Quale momento migliore per rendersi pienamente conto di come funziona il nostro sistema immunitario. Per scoprire che quello che ci rafforza a quel livello sono le stesse cose che ci fanno stare bene in generale: alimentazione sana e ricca di vitamine; movimento fisico; conversazioni e relazioni orientate alla leggerezza e al sorriso; contenuti mediatici che nutrano la mente e il cuore. Credendo e coltivando tutto questo, avremo fatto la nostra parte, per regalare sollievo e serenità a noi stessi e agli altri.

E’ necessario, infine, apprezzare, ovvero assegnare grande valore a quello che questa crisi, a livello macroscopico, ci sta insegnando. Costringendoci a fermarci, ci regala la possibilità di riassaporare ciò che l’iper-mobilità ci aveva sottratto: aria pulita; natura e animali che riprendono il sopravvento; strade senza traffico; ritmi quotidiani più lenti; rapporti umani e senso di fratellanza con famigliari e vicinato; tempo per riflettere e per fare ordine, nelle nostre case così come nelle nostre vite.
Tutto questo è miracoloso, ed è per noi: per la nostra salute e per la nostra felicità. Questo è il senso ultimo delle tante vite umane che ci salutano con l’ultimo arrivederci.

Io credo che questa crisi cambierà l’umanità per sempre, perché l’umanità è pronta a cambiare.
Gli anticorpi del mondo sono al lavoro: la natura sta reagendo alle ferite e alla sofferenza, e un nuovo capitolo della storia umana attende solo di essere scritto.