Riattualizzare l’economia, finalizzandola al benessere

Dalla crisi del coronavirus emerge tutta la fragilità di un’economia che solo attraverso la propria crescita può garantire stabilità sociale. L’attuale decrescita rende ancora più evidenti due realtà tanto ovvie quanto contraddittorie e insostenibili:
- meno economia fa bene all’ambiente
(diminuzione delle estrazioni, trasformazioni, emissioni)
- meno economia fa male alla società
(aumento della disoccupazione, inoccupazione, sottoccupazione)
Il sistema, evidentemente, non è ottimale. Questo modo di concepire l’economia tiene tutti sotto scacco: l’ambiente fisico teme l’economia, perché da essa viene pesantemente danneggiato; l’ambiente sociale teme anch’esso l’economia, perché da essa dipendono i soldi per fare e per campare. Ci troviamo difronte a una sorta di Frankestein che da una parte ci spinge a prevaricare un ambiente già in grande sofferenza, dall’altra a inventarci sempre nuovi modi per vivere e sopravvivere. Sembra assurdo, ma nostro malgrado è così.