Il prezzo dell’iniquita’: provo a ricostruirne la storia
Il prezzo dell’iniquita’. Questo il titolo di un recente libro di Joseph Stiglitz, premio nobel per l’economia che apprezzo sempre per la sua straordinaria capacita’ di rendere comprensibili i complessi fenomeni del mondo odierno e arricchire le mie intuizioni in merito. Il libro mette a nudo lo sbilanciamento di potere e di ricchezza creatosi negli ultimi decenni a favore delle banche, degli operatori finanziari e del top management d’impresa, a discapito di quello che lui e gli attivisti di Occupy Wall Street quantificano nel restante 99% di tutti noi.
Argomenti quanto mai di attualita’ in Europa, anche considerando le proteste sempre piu’ violente dei giovani greci e spagnoli contro i modi in cui i propri governi intendono ripagare i debiti accumulati. Gli anni 90 e 2000 hanno visto una grande trasformazione nei soggetti che si sono fatti prestatori di denaro agli stati: in Italia, per esempio, gli stranieri sono passati a detenere oltre il 50% del debito pubblico (ne detenevano circa il 5% nel 1991), e ben l’85% dell’intero debito e’ ora nelle mani di investitori istituzionali italiani o stranieri, quali banche, assicurazioni e fondi pensione (dati Bankitalia, 2010).