Una nuova ricerca della bellezza
Sono a Venezia e apprendo che la citta’ ospita due nuove esposizioni di arte contemporanea. Facoltose fondazioni hanno investito nell’allestimento di edifici storici di una citta’ che, sede della Biennale, si candida a diventare uno dei punti di riferimento mondiali per gli amanti della disciplina.
Nonostante il mio amore per l’arte, non sono pero’ sicuro che questa sia una notizia che mi faccia interamente piacere. Piuttosto, mi da’ l’occasione di riflettere sulla complessita’ dell’arte contemporanea: in quanto arte, mi dico che dovrebbe essere prima di ogni altra cosa “ricerca del bello”. Piu’ spesso, pero’ – per quella che e’ la mia molto limitata esperienza – mi trovo difronte a opere fondate sulla provocazione, sulla contro-intuizione, sulla morbosita’, dalle quali non riesco a provare quell’emozione di appagamento ed equilibrio che associo alla bellezza.
Quando le capisco, il piu’ delle volte ne apprezzo l’idea; mi capita di simpatizzare con le intenzioni, le denuncie politiche o le sofferenze interiori dell’artista, la cui creazione puo’ svolgere funzione terapeutica. Altre volte, prendono il sopravvento la frustrazione di non capire, nonche’ il disturbo che mi deriva da tutto il brutto dell’opera.